
Ad ottobre 2010, tramite un’associazione sono stata contattata per svolgere un periodo di volontariato in una scuola primaria a Padova.
La direttrice ha chiesto l’aiuto dell’ associazione per cercare una figura professionale, anche studentessa, poiché aveva molto a cuore una situazione di particolare difficoltà in una classe prima. La direttrice chiedeva una figura di supporto un giorno alla settimana per seguire un bambino di 7 anni, straniero, con disturbi del comportamento.
IL PICCOLO E.
E. è un bimbo di 7 anni, immigrato, arrivato in Italia poco prima dell’inizio dell’anno scolastico, viene dall’ Africa, ha frequentato la scuola dell’infanzia in un paese straniero. I problemi di E. sono comportamenti aggressivi nei confronti delle insegnanti e dei compagni, ha crisi con esplosioni di rabbia e comportamenti oppositivi.
IL PRIMO PERIODO … LE CRISI
E. inizia ad arrabbiarsi dopo le prime due ore di lezione (che passa sempre tranquillamente), diventa iperattivo, non riesce a stare seduto, non ascolta e non rispetta le regole, si agita, diventa aggressivo nei confronti delle persone che gli stanno accanto, lancia oggetti, E. va incontro a frustrazione poiché a volte non viene capito, non comprende oppure non riesce a portare a termine un compito correttamente, il vincolo è anche la lingua straniera.
Dopo aver contattato l’assistente sociale le insegnanti hanno proposto alla madre un incontro con un neuropsichiatra infantile che lei, però ha rifiutato.
La direttrice oltre al mio supporto un giorno alla settimana aveva attivato un laboratorio di psicomotricità e organizzava delle attività ore con le insegnanti di sostegno della scuola.
L’AFFIANCAMENTO IN CLASSE
Durante le prime due ore del sabato per circa 8 mesi ho affiancato l’insegnante curriculare e sono stata da supporto per la classe. E. reagito bene alla mia presenza perché comprende che sono una maestra per la classe e non solo per lui; nelle ore successive E. era difficile da gestire in classe per uscivamo, facevamo passeggiate, leggevamo libri, giocavamo, facevamo altre piccole attività, usufruivamo delle biblioteca.
I LABORATORI DI GRUPPO E I PRIMI RISULTATI
Con il passare dei mesi E. è migliorato, gli abbiamo dato il tempo e la fiducia per apprendere le regole della nostra cultura e dell’istituzione scuola, lo abbiamo aiutato, non aveva un particolare disturbo ma manifestava il suo disagio con questi comportamenti esplosivi, era un problema di adattamento.
Con l’insegnante di classe e la direttrice abbiamo pensato di organizzare dei LBORATORI DI GRUPPO, inserendo sempre E. e rotazione 3 compagni della classe, attività da me gestite come:
· Gioco dell’oca (obiettivi: rispetto dei turni, imparare a saper perdere, apprendimento di piccoli calcoli matematici)
· Giochi di manipolazione
· Giochi di gruppo
· Giochi di classificazione
· Attività espressive ed artistiche
· Lettura di libri, comprensione e rappresentazione grafica
· Laboratori sugli animali
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